Blocco di ChatGPT: Un rimedio peggiore del male?

Divieto OpenAI

Blocco di ChatGPT: Un rimedio peggiore del male?

L’avvocato Andrea Monti, in un recente articolo disponibile al link https://www.ictlex.net/?p=3910, critica la decisione dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali di bloccare ChatGPT in Italia a partire dal 30 marzo 2023. Secondo Monti, questa misura è fortemente discutibile dal punto di vista tecnico, giuridico e culturale e rivela una debolezza nel modo in cui le Autorità nazionali di protezione dei dati trattano la materia.

Monti sostiene che OpenAI avrebbe potuto avere un “legittimo interesse” nell’utilizzo dei dati raccolti, considerando che questi sono stati resi liberamente disponibili dalle singole persone su profili pubblici, blog e piattaforme. Inoltre, sottolinea le difficoltà nell’applicare la normativa europea al di fuori dei confini degli Stati membri, con possibili ripercussioni politiche nei rapporti con gli Stati Uniti.

L’articolo di Monti mette in evidenza anche la questione della responsabilità individuale e del ruolo degli adulti nell’educazione e nella guida dei soggetti deboli, in particolare riguardo all’uso di servizi come ChatGPT da parte dei minori. Monti afferma che la decisione dell’Autorità garante trascura l’importanza di questi aspetti e può avere conseguenze politiche ed economiche negative per l’Italia, in quanto mette in discussione la legittimità dell’intero ecosistema statunitense basato sulle piattaforme e sulla data-economy.

In sintesi, l’articolo di Andrea Monti suggerisce che il provvedimento del Garante per la protezione dei dati personali in Italia riguardo al blocco di ChatGPT crea più problemi di quanti ne risolve, sollevando dubbi sulla sua efficacia e sull’impatto che potrebbe avere sulle relazioni internazionali, la responsabilità individuale e il ruolo degli adulti nell’educazione dei minori.