Il provvedimento del Garante italiano e la risposta di OpenAI: considerazioni e implicazioni

Right to be wrong: alcuni regolamenti sono inadeguati e inattuali

Il provvedimento del Garante italiano e la risposta di OpenAI: considerazioni e implicazioni

Il provvedimento del Garante per la protezione dei dati personali italiano nei confronti di OpenAI ha suscitato molto dibattito e preoccupazione. In questo articolo, cerchiamo di analizzare alcune considerazioni fatte da Carlo Blengino riguardo al provvedimento e alla risposta di OpenAI, che ha deciso di bloccare l’accesso al servizio in Italia. Per approfondimenti, qui il testo originale di Carlo Blengino.

Secondo Blengino, il provvedimento del Garante italiano presenta alcune criticità, tra cui l’urgenza e l’indifferibilità non espresse nel testo e l’assenza di indicazioni chiare su come applicare la “limitazione del trattamento” dei dati personali delle persone che si trovano nel territorio italiano.

Blengino sottolinea inoltre che il provvedimento individua quattro profili di illiceità, ma non offre indicazioni specifiche su come affrontarli. Questo rende difficile per OpenAI capire esattamente come conformarsi alle richieste del Garante.

Nella sua analisi, Blengino mette in luce le difficoltà tecniche nell’applicare una limitazione del trattamento dei dati personali in un sistema come quello di ChatGPT. In particolare, chiede come sia possibile individuare, contrassegnare e bloccare i soli dati delle persone stabilite in Italia in un dataset così ampio.

Di fronte a queste difficoltà e all’assenza di indicazioni chiare, la decisione di OpenAI di bloccare l’accesso al servizio in Italia appare come l’unica soluzione praticabile. Blengino riconosce che questa scelta potrebbe essere vista come un modo per sfruttare l’abnormità del provvedimento e sollevare un caso, ma sostiene che sia comunque legittima.

Infine, Blengino paragona la situazione attuale a quella degli anni ’80, quando Berlusconi sfidò una legge inadeguata ed inattuale nel settore dei media. In entrambi i casi, l’approccio delle autorità regolatorie italiane si è rivelato inadeguato e potenzialmente dannoso per il Paese.

In conclusione, il provvedimento del Garante italiano e la risposta di OpenAI sollevano importanti questioni riguardo alla regolamentazione delle nuove tecnologie e alla protezione dei dati personali. È fondamentale affrontare questi temi in modo più approfondito e ponderato, evitando provvedimenti d’urgenza che rischiano di avere effetti negativi sul progresso tecnologico e sulla competitività del Paese.